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La nomina del medico competente rappresenta uno degli adempimenti fondamentali per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori in azienda. Si tratta di una figura prevista dal D.Lgs. 81/08, con il compito di collaborare con il datore di lavoro nella gestione della sorveglianza sanitaria e nella tutela del benessere dei dipendenti.
Ma quali sono i requisiti che un medico deve possedere per assumere questo ruolo? E soprattutto, come scegliere il professionista più adatto per la propria realtà aziendale? In questa guida pratica analizziamo criteri, obblighi e aspetti da valutare per una scelta consapevole e conforme alla normativa vigente.

Chi è il medico competente e perché è obbligatorio nominarlo

Il medico competente è un professionista specializzato in medicina del lavoro o in discipline equipollenti, incaricato di effettuare la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischi professionali.
La sua presenza in azienda è obbligatoria ogni volta che le mansioni dei dipendenti comportano rischi per la salute (es. movimentazione carichi, esposizione a rumore, sostanze chimiche, videoterminali prolungati, ecc.).
La nomina del medico competente è un obbligo del datore di lavoro, che deve avvenire prima dell’avvio delle attività soggette a sorveglianza sanitaria, pena sanzioni amministrative e penali.

Requisiti del medico competente: titoli e abilitazioni richieste

Per poter ricoprire il ruolo di medico competente aziendale, è necessario possedere specifici requisiti professionali stabiliti dall’art. 38 del D.Lgs. 81/08. In particolare, il medico deve essere in possesso di uno dei seguenti titoli:

Inoltre, il medico competente deve:

Criteri pratici per scegliere il medico competente giusto

La scelta del medico competente non deve basarsi solo sul titolo di studio, ma anche su criteri di competenza, esperienza e organizzazione. Ecco i principali aspetti da considerare:

1. Esperienza nel settore di riferimento
Un medico che conosce le specificità produttive e i rischi tipici del tuo settore (metalmeccanico, edilizia, logistica, servizi, ecc.) sarà in grado di offrire una sorveglianza sanitaria più mirata e utile.

2. Capacità di collaborazione con il RSPP
Il medico competente deve lavorare in sinergia con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), partecipando alla valutazione dei rischi e contribuendo all’elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

3. Presenza e disponibilità
È importante valutare la reperibilità del medico, la possibilità di effettuare visite periodiche in azienda e la sua capacità di rispondere rapidamente in caso di emergenze o verifiche ispettive.

4. Supporto tecnologico e organizzativo
Oggi la gestione della sorveglianza sanitaria richiede strumenti digitali per archiviare in modo sicuro dati e scadenze. Verifica se il medico (o la struttura con cui collabora) dispone di un sistema informatizzato per gestire la documentazione sanitaria dei lavoratori.

5. Approccio etico e comunicativo
Un buon medico competente deve saper comunicare con chiarezza con datore di lavoro e lavoratori, instaurando un rapporto di fiducia e rispetto reciproco. L’etica professionale è un aspetto imprescindibile in un ruolo che tutela la salute delle persone.

Come avviene la nomina del medico competente

La nomina del medico competente deve essere formalizzata con un atto scritto da parte del datore di lavoro, nel quale si specificano:

Una copia della nomina deve essere conservata in azienda ed esibita in caso di ispezioni.
Il medico competente, una volta incaricato, redige un piano sanitario aziendale, effettua le visite preventive e periodiche dei lavoratori e partecipa alle riunioni periodiche sulla sicurezza.

Nomina singola o convenzione con struttura esterna

Il datore di lavoro può nominare un medico competente singolo oppure stipulare una convenzione con una struttura sanitaria che dispone di più specialisti.
Quest’ultima opzione è spesso consigliata per aziende con molti dipendenti o sedi distribuite sul territorio, perché garantisce continuità operativa e una gestione più efficiente delle scadenze sanitarie.
Collaborare con una realtà specializzata come CMB Per Le Imprese consente di integrare la sorveglianza sanitaria con tutti gli altri adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro, semplificando la gestione complessiva.

Errori da evitare nella scelta del medico competente

  1. Affidarsi solo al prezzo più basso: la qualità del servizio e la competenza professionale devono essere prioritarie.
  2. Trascurare la verifica dei requisiti: il medico deve essere iscritto all’elenco nazionale e aggiornato professionalmente.
  3. Non definire chiaramente ruoli e responsabilità: una collaborazione efficace richiede chiarezza fin dall’inizio.
  4. Sottovalutare l’importanza della comunicazione: la trasparenza e la disponibilità del medico sono fondamentali per un buon clima aziendale.

La scelta giusta per la sicurezza e il benessere dei lavoratori

Scegliere il medico competente non è una semplice formalità, ma un passo strategico per costruire un ambiente di lavoro sicuro, conforme alla normativa e attento alla salute dei dipendenti.
Un professionista qualificato, capace di collaborare con RSPP e datore di lavoro, è un alleato prezioso nella gestione quotidiana della sicurezza aziendale.
Se desideri affidarti a un servizio medico competente completo e personalizzato, scopri come CMB Per Le Imprese può supportarti nella gestione della sorveglianza sanitaria e di tutti gli adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro. Scopri di più sul servizio di Medico Competente del Lavoro.

La sicurezza sul lavoro non si esaurisce con la prevenzione dei rischi: saper gestire correttamente un’emergenza può fare la differenza tra un incidente grave e un salvataggio efficace. Il corso di primo soccorso aziendale è uno degli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/2008 per garantire che ogni luogo di lavoro sia dotato di personale formato, pronto a intervenire in caso di necessità.


In questo articolo vedremo chi deve seguire il corso di primo soccorso, quali sono le categorie A, B e C, come si ottiene e si rinnova l’attestato e quali sono gli adempimenti organizzativi per le aziende.

Perché il primo soccorso è obbligatorio in azienda?

Secondo quanto previsto dall’art. 45 del D.Lgs. 81/2008, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire il pronto soccorso in azienda, designando uno o più lavoratori incaricati e assicurandosi che abbiano ricevuto un’adeguata formazione attraverso un corso certificato.
Il primo soccorso aziendale non riguarda solo le grandi imprese: tutte le aziende, indipendentemente dal settore o dal numero di dipendenti, devono rispettare quest’obbligo. La formazione ha lo scopo di:

Le tre categorie di rischio: A, B e C

Le aziende vengono classificate in categorie A, B o C, in base al rischio connesso all’attività svolta, al numero di lavoratori e ad altri criteri. Questa classificazione determina la durata e il contenuto del corso.

CategoriaCriteri di classificazioneDurata del corso
Gruppo A- Attività a rischio elevato (centrali elettriche, industrie chimiche, ecc.)
- Aziende con oltre 5 lavoratori e indice infortunistico superiore alla media
- Aziende agricole con più di 5 dipendenti
16 ore
Gruppo BAziende con 3 o più lavoratori che non rientrano nel gruppo A12 ore
Gruppo CAziende con meno di 3 lavoratori che non rientrano nel gruppo A12 ore

La classificazione va fatta sulla base del D.M. 388/2003, e può variare in funzione delle modifiche organizzative aziendali.

Contenuti del corso di primo soccorso

Il programma formativo si articola in moduli teorici e pratici, con contenuti diversificati in base al gruppo di rischio. Tra i principali argomenti trattati:

Il corso si conclude con una prova pratica e il rilascio dell’attestato di formazione valido su tutto il territorio nazionale.

Validità dell’attestato e aggiornamento

L’attestato ha una validità di 3 anni dalla data di rilascio. Entro tale scadenza è necessario frequentare un corso di aggiornamento, che ha la seguente durata:

La mancata frequenza dell’aggiornamento comporta la decadenza della validità dell’attestato. È quindi fondamentale monitorare le scadenze e pianificare la formazione in modo continuativo.

Come organizzare il pronto soccorso in azienda

Oltre alla formazione, il datore di lavoro ha l’obbligo di:

Un’organizzazione efficiente del primo soccorso consente di reagire tempestivamente in caso di emergenza e rappresenta un requisito essenziale in sede di ispezioni e controlli.

Sanzioni in caso di mancata formazione

La mancata formazione degli addetti al primo soccorso o la loro designazione incompleta espone l’azienda a sanzioni amministrative e penali. In particolare:

Questi aspetti evidenziano l’importanza di non trascurare l’obbligo formativo e di rivolgersi a enti accreditati e professionali.

Investire nel primo soccorso significa salvare vite

Essere preparati a gestire un’emergenza sanitaria in azienda non è solo un obbligo normativo, ma un atto di responsabilità verso i propri lavoratori. Il corso di primo soccorso aziendale fornisce le competenze necessarie per intervenire in modo efficace, riducendo i rischi e aumentando la sicurezza complessiva dell’ambiente di lavoro.
Se vuoi organizzare in modo professionale la formazione al primo soccorso nella tua azienda, scopri il nostro corso primo soccorso aziendale, conforme al D.M. 388/2003 e al D.Lgs. 81/08.
In alternativa, esplora anche il corso sicurezza lavoratori, fondamentale per una gestione completa e consapevole della sicurezza aziendale.

La sorveglianza sanitaria è uno degli elementi cardine nella gestione della sicurezza sul lavoro. In questo ambito, la figura del medico competente aziendale riveste un ruolo fondamentale, non solo per adempiere agli obblighi normativi previsti dal D.Lgs. 81/2008, ma anche per promuovere un ambiente di lavoro sano, sicuro e produttivo.
In questa guida approfondiremo chi è il medico competente, quali sono le sue mansioni e gli obblighi a carico del datore di lavoro, fornendo una panoramica completa su come implementare correttamente la sorveglianza sanitaria in azienda.

Chi è il medico competente?

Il medico competente è un professionista specializzato in medicina del lavoro, incaricato dal datore di lavoro per effettuare la sorveglianza sanitaria dei lavoratori. Deve possedere requisiti specifici, tra cui:

Il medico competente collabora con il datore di lavoro e il servizio di prevenzione e protezione per garantire la tutela della salute dei lavoratori nei confronti dei rischi professionali.

Quando è obbligatoria la sorveglianza sanitaria?

La sorveglianza sanitaria è obbligatoria in presenza di determinati rischi per la salute, come previsto dall’art. 41 del D.Lgs. 81/2008. Alcuni casi tipici includono:

L’obbligatorietà dipende dunque dalla valutazione dei rischi condotta dal datore di lavoro, in collaborazione con il RSPP e il medico competente.

Obblighi e mansioni del medico competente

Attività principali
Il medico competente svolge numerose attività, tra cui:

Obblighi legali
Oltre alle mansioni operative, il medico competente ha obblighi di legge precisi:

Obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro ha la responsabilità di:

Come scegliere un medico competente affidabile

La scelta del medico competente non deve essere casuale, ma basata su criteri di:

Un servizio professionale e strutturato può offrire anche un supporto completo per la gestione della sorveglianza sanitaria, riducendo il rischio di sanzioni e migliorando il benessere aziendale.

Vantaggi di una sorveglianza sanitaria efficace

Una sorveglianza sanitaria ben organizzata produce numerosi benefici:

Inoltre, la presenza attiva del medico competente migliora l’approccio dell’azienda alla salute e sicurezza, promuovendo una cultura del benessere e della prevenzione.

Tutela della Salute e Vantaggi Concreti

Il medico competente non è solo una figura obbligatoria per legge, ma un alleato strategico nella gestione della sicurezza sul lavoro e della salute dei lavoratori. La corretta implementazione della sorveglianza sanitaria rappresenta un investimento nella continuità operativa, nella legalità e nel benessere organizzativo.


Per garantire una gestione efficace della sorveglianza sanitaria e affidarti a professionisti qualificati, scopri il nostro servizio di medico competente del lavoro.
Oppure approfondisci i nostri percorsi di formazione sulla sicurezza con il corso sicurezza lavoratori, indispensabile per costruire una cultura aziendale davvero consapevole e protetta.

Lo stress lavoro correlato è uno dei principali rischi psicosociali nei contesti aziendali moderni. Secondo l’INAIL, si tratta di una condizione causata da fattori organizzativi e relazionali che, se non gestita, può avere impatti significativi sulla salute psicofisica dei lavoratori e sull’efficienza dell’intera organizzazione.
Prevenire questo tipo di stress è oggi una priorità per ogni datore di lavoro che voglia garantire un ambiente sano e produttivo, in linea con quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008. In questa guida, vedremo come riconoscere i segnali dello stress, quali strumenti applicare e quali strategie concrete adottare per favorire il benessere aziendale.

Cos'è lo Stress Lavoro Correlato?

Definizione e Cause Principali
Lo stress lavoro correlato si verifica quando le richieste dell’ambiente lavorativo superano le capacità del lavoratore di affrontarle. Non si tratta solo di carichi di lavoro eccessivi, ma anche di:

Conseguenze su Salute e Performance

Le ripercussioni dello stress prolungato includono:

Obblighi Normativi per il Datore di Lavoro

La valutazione del rischio stress lavoro correlato è un obbligo sancito dall’art. 28 del D.Lgs. 81/2008. Rientra a pieno titolo tra i rischi da analizzare nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

La metodologia INAIL
L’INAIL propone una metodologia in due fasi:

  1. Valutazione preliminare: analisi di indicatori oggettivi (assenze, turnover, infortuni) e contesto organizzativo.
  2. Valutazione approfondita: questionari anonimi ai lavoratori, focus group, colloqui individuali.

Questa analisi deve essere condotta in collaborazione con RSPP, medico competente e RLS.

Strategie Concrete per Prevenire lo Stress Lavoro Correlato

1. Migliorare l'Organizzazione del Lavoro
Un’organizzazione chiara e ben strutturata riduce l’incertezza e i conflitti interni. Alcune buone pratiche includono:

2. Promuovere la Comunicazione Interna
Una comunicazione trasparente favorisce il clima aziendale:

3. Favorire il Benessere Psicofisico
Il benessere dei dipendenti passa anche da scelte che vanno oltre l’ambito lavorativo:

4. Formare Dirigenti e Lavoratori
La formazione è fondamentale per riconoscere, affrontare e gestire i segnali di stress:

Come Riconoscere i Segnali di Allarme

Individuare i primi campanelli d’allarme consente di intervenire prima che lo stress diventi cronico. Segnali da monitorare:
Nei lavoratori:

A livello organizzativo:

Il Ruolo del Medico Competente e della Sorveglianza Sanitaria

Il medico competente, nei casi previsti, può svolgere un ruolo importante nella prevenzione dello stress lavoro correlato:

Costruire una Cultura Aziendale Orientata al Benessere

Prevenire lo stress non significa solo ridurre i carichi di lavoro. Serve promuovere una cultura aziendale positiva, che valorizzi le persone e il loro equilibrio psicofisico. Alcuni elementi chiave:

Un’azienda attenta al benessere genera motivazione, fidelizzazione e maggiore produttività. È un investimento, non un costo.

Vuoi Migliorare il Benessere nella Tua Azienda?

CMB Per Le Imprese ti supporta con servizi completi in ambito di medicina del lavoro, valutazione dei rischi e formazione. Il nostro team può aiutarti a prevenire lo stress lavoro correlato con strumenti concreti e personalizzati. Scopri i nostri servizi di Medico Competente del Lavoro e Sicurezza sul Lavoro per costruire un ambiente davvero sano e produttivo.

La sorveglianza sanitaria per i lavoratori fragili è oggi un tema cruciale per aziende e professionisti della sicurezza sul lavoro. Con l’evolversi della normativa e l’attenzione crescente verso la tutela della salute dei soggetti più vulnerabili, i datori di lavoro devono adeguarsi alle nuove disposizioni per garantire ambienti lavorativi sicuri e inclusivi. In questo articolo approfondiamo cosa si intende per lavoratore fragile, quali sono gli obblighi di legge e il ruolo del medico competente, rispondendo alle domande più frequenti sul tema.


Chi sono i lavoratori fragili?

Definizione normativa e clinica

Il termine lavoratore fragile si riferisce a persone che, per condizioni di salute preesistenti o sopraggiunte, sono più esposte al rischio di aggravamento in caso di esposizione a fattori lavorativi nocivi o stressogeni. Non esiste una lista rigida, ma in linea generale rientrano in questa categoria:

Il riconoscimento della fragilità avviene su valutazione medica, in collaborazione con il medico competente aziendale.

Sorveglianza sanitaria e obblighi del datore di lavoro

Cosa prevede la normativa
La sorveglianza sanitaria è obbligatoria per legge (D.Lgs. 81/08) in tutti i casi in cui il lavoratore sia esposto a rischi specifici. Per i lavoratori fragili, questa sorveglianza assume un’importanza ancora maggiore.

Dal 2020 in poi, con l’emergenza sanitaria da COVID-19, la figura del lavoratore fragile è stata riconosciuta in modo più chiaro anche a livello normativo, con specifiche tutele previste da circolari del Ministero della Salute e aggiornamenti del Testo Unico sulla Sicurezza.

Obblighi principali del datore di lavoro

Il datore di lavoro deve:

Il ruolo del medico competente

Visita medica e giudizio di idoneità
Il medico competente è centrale nel processo di tutela del lavoratore fragile. A seguito della visita medica, egli può rilasciare:

Ogni giudizio deve essere documentato e può essere oggetto di ricorso da parte del lavoratore.

Sorveglianza sanitaria "ad hoc"
In aggiunta alle visite periodiche previste per tutti i lavoratori esposti a rischi, il medico può attivare una sorveglianza sanitaria mirata per soggetti fragili, con frequenza e modalità personalizzate.

Lavoratori fragili e smart working: è ancora un'opzione?

Durante l’emergenza COVID-19, lo smart working è stato indicato come modalità privilegiata per tutelare i lavoratori fragili. Attualmente, pur non essendo più obbligatorio, il lavoro agile può ancora essere valutato come misura di protezione, se compatibile con le mansioni svolte.

Il medico competente può raccomandare al datore di lavoro lo smart working come misura alternativa a fronte di un giudizio di idoneità con limitazioni.

Come adeguare l’azienda: aspetti pratici e documentali

DVR e lavoratori fragili
La presenza di lavoratori fragili deve essere considerata nell’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). In particolare, è necessario:

Formazione e sensibilizzazione
Il datore di lavoro deve anche garantire una formazione adeguata a tutto il personale in materia di salute e sicurezza, sensibilizzando sul rispetto delle fragilità altrui e promuovendo un clima aziendale inclusivo.

Domande frequenti sulla sorveglianza sanitaria per lavoratori fragili

1. Il lavoratore fragile può essere licenziato per inidoneità?
Solo in casi estremi, quando non è possibile ricollocarlo in mansioni compatibili. In ogni caso, devono essere esplorate tutte le soluzioni alternative.

2. Chi decide se un lavoratore è fragile?
La valutazione spetta al medico competente, eventualmente su richiesta del lavoratore o del datore di lavoro.

3. La sorveglianza sanitaria è sempre obbligatoria?
Sì, se il lavoratore è esposto a rischi professionali e se rientra nelle categorie a rischio, secondo il giudizio medico.

4. Il lavoratore deve fornire documentazione sanitaria?
Può fornire volontariamente certificazioni mediche, ma la riservatezza è sempre garantita dal medico competente.

Promuovere un ambiente sicuro è responsabilità di tutti

La gestione dei lavoratori fragili non è solo un adempimento normativo, ma un’opportunità per creare ambienti di lavoro più responsabili, sicuri e rispettosi delle diversità. Affidarsi a un medico competente del lavoro aggiornato e collaborare con figure esperte in sicurezza è fondamentale per prevenire situazioni di rischio e per tutelare realmente i dipendenti.

Vuoi supporto nella gestione della sorveglianza sanitaria?

CMB Per Le Imprese mette a disposizione medici competenti qualificati e soluzioni integrate per la salute e sicurezza sul lavoro. Se desideri supporto professionale nella gestione dei lavoratori fragili o nella definizione del DVR, scopri i nostri servizi di medicina del lavoro o approfondisci le nostre soluzioni in ambito di sicurezza sul lavoro.

Il Medico del Lavoro, come definito dall’Art. 2, Lettera M del D.Lgs 81/08, ha il compito di eseguire un sopralluogo dell’ambiente di lavoro al fine di valutare i rischi presenti.

E’ doveroso indicare che la periodicità dei sopralluoghi viene indicato dallo stesso medico nel momento in cui viene redatto il DVR, ragion per cui in determinati casi la cadenza potrebbe non essere annuale ma semestrale o ancor più frequente.

Ciò comporta anche una possibile variazione delle periodicità iniziale, a seguito di eventuali cambiamenti dell’attività.

Quando viene redatto il Protocollo Sanitario, il Medico del Lavoro durante il sopralluogo avrà il compito di:

Al termine di ogni sopralluogo, al Datore di Lavoro verrà consegnato un verbale da parte del medico, nel quale verranno indicate le eventuali modifiche da apportare o conferme del Piano Sanitario.

Nelle imprese in cui è prevista la Riunione Periodica, il Medico Competente ha il compito di esporre gli elementi emersi dal sopralluogo, soffermandosi in particolare su:

- Relazione dei sopralluoghi effettuati;

- Relazione sanitaria;

- Analisi degli infortuni e delle malattie professionali;

- Giudizio sull’efficacia dell’utilizzo dei DPI;

- Fornire una panoramica sullo stato di salute dei lavoratori;

- Riferire se le eventuali limitazioni o prescrizioni sono state rispettate dall’azienda.

Il verbale è dunque il documento che attesta e certifica che il sopralluogo è stato effettuato, al fine di adempiere correttamente alla normativa di Legge.

Il Sopralluogo del Medico Competente è dunque un’attività fondamentale per quanto riguarda la sicurezza e la salute dell’ambiente di lavoro, in questo modo, come sopracitato, le eventuali criticità o rischi vengono evidenziati e corretti, prendendo adeguati provvedimenti, limitando così l’insorgere di problematiche quali infortuni e malattie professionali.

Centro Medico Brianteo mette a disposizione Medici Competenti professionisti che vi garantiranno una corretta ed approfondita Sorveglianza Sanitaria, effettuando il Sopralluogo dell’ambiente di lavoro, inserendolo all’interno della Valutazione dei Rischi e svolgendo i controlli periodici stabiliti.

[ a cura di Simone Pironti ]  

A quali tipologie di lavoratori è rivolto, cosa indica e come si svolge.

A seguito dell’entrata in vigore della normativa contro l’assunzione di sostanze psicotrope e alcool, per determinate categorie di lavoro, è previsto l’obbligo di sottoporsi al Drug Test.

Ma che cos’è nello specifico?

Il Drug Test è un’esame atto a rilevare appunto, sostanze stupefacenti, presenti nell’organismo del dipendente, che potrebbero compromettere lo svolgimento dell’attività lavorativa o la sicurezza dello stesso.

Nello specifico, le sostanze che il test antidroga può rilevare sono: Cocaina, Eroina, THC, Anfetamina e Metanfetamina.

Vi sono diverse tipologie di esami, i più utilizzati sono il test del capello, delle urine, che è più efficace e sensibile rispetto a quello salivare, che rileva la presenza di sostanze assunte soltanto fino a 24-48 ore prima.

Il Datore di Lavoro incarica dunque il Medico Competente che come descritto nel D.Lgs 81/08, si occuperà di effettuare il Drug Test ai lavoratori.

Ma quali sono le mansioni soggette al test antidroga?

Questi sono alcuni tra gli esempi più comuni, va infatti ricordate che vi sono molte altre mansioni e tipologie di lavori che prevedono il Drug Test.

Sarà compito del Medico del Lavoro stilare la programmazione delle visite e comunicare ai lavoratori, con un preavviso massimo di 24 ore, il giorno in cui dovranno sottoporsi al test.

Una volta ricevuti gli esiti, in caso di positività, il Medico Competente procederà alla sospensione provvisoria del lavoratore e in alcuni casi, ove si sospetta una dipendenza, si procederà approfondendo con ulteriori accertamenti.

Centro Medico Brianteo mette a disposizione Medici Competenti professionisti che vi garantiranno una corretta ed approfondita Sorveglianza Sanitaria, schedulando ed eseguendo Drug Test per tutte le categorie di mansioni e lavoratori che lo richiedono. Contattaci per allinearti per quanto riguarda la Medicina e la Sicurezza sul Lavoro all'interno della tua attività.

[ a cura di Simone Pironti ]  

Tutela, criticità e adempimenti collegati a questa tipologia di attività lavorativa.

Spesso il Lavoro Notturno è al centro di dibattiti e studi che analizzano quali siano in realtà i “pro e i contro” nello svolgere la propria attività lavorativa durante la notte.

Indubbiamente le tesi, come spesso accade, sono estremamente soggettive ed escludendo le nozioni di carattere medico, dal punto di vista sociale, ogni individuo sceglie di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda della propria personalità.

Una delle tematiche principali, di natura sociale, è proprio il rapporto con i familiari e la sfera delle persone che si frequentano in quanto il lavoratore notturno godrà, nella maggior parte dei casi, di tempo libero quando tutti gli altri svolgeranno la loro attività lavorativa.

Vien da sé che non tutti reagiscono e percepiscono questa differenza come qualcosa in grado di destabilizzare il rapporto sociale con gli altri, ragion per cui possiamo definirlo come uno scenario estremamente soggettivo.

Ciò che sicuramente non è discutibile sono gli studi e le ricerche effettuate dal punto di vista medico, che più volte hanno evidenziato criticità legate all’orologio biologico, alla digestione e allo stress.

Anche il sonno diventa una componente fondamentale al fine di avvalorare queste tesi in quanto è stato provato che la qualità del sonno risente dei ritmi legati al lavoro svolto in notturna.

Al fine di ridurre, limitare e monitorare le criticità del Lavoro Notturno, è obbligatorio sottoporre i proprio dipendenti ad una Sorveglianza Sanitaria, come descritto dal Testo Unico Salute e Sicurezza.

I lavoratori infatti, secondo la normativa, dovranno svolgere visite mediche preventive, periodiche e specifiche, proprio come in qualsiasi altro caso di lavoro usurante, al fine di ricevere dal Medico Competente, nominato dal Datore di Lavoro, il giudizio di idoneità.

Vediamo nello specifico le differenze tra le tipologie di accertamenti:

Il lavoratore che non riceve l’idoneità non è l’unico soggetto che ai sensi di Legge non può svolgere il Lavoro Notturno, infatti come citato dall’art. 11, le esclusioni dall’obbligo di effettuare lavoro notturno devono essere definite dal CCNL e prevedono l’esclusione dei seguenti soggetti:

Centro Medico Brianteo mette a disposizione Medici Competenti professionisti che vi garantiranno una corretta ed approfondita Sorveglianza Sanitaria per tutelare i Datori di Lavoro da possibili inadempienze e il Lavoratore dai rischi legati alla Salute.

[ a cura di Simone Pironti ]  

Nello scorso approfondimento abbiamo parlato del Medico Competente e dei servizi che può erogare, tra questi vi è la Spirometria, un’esame ormai standardizzato che permette di valutare la funzionalità respiratoria, misurando così i volumi e i flussi respiratori oltre che permettere di identificare la presenza di patologie polmonari e specialmente come test di prevenzione per chi lavora in ambienti polverosi.

La Spirometria è quindi un esame che permette di misurare quanta aria è contenuta nei polmoni e la velocità con cui vengono espulsi i volumi.

Esistono due tipologie di Spirometria:

Come avviene nello specifico l’esame?

Innanzitutto, dopo aver raccolto i dati anagrafici, ovvero peso e altezza e una panoramica generale dello storico clinico, viene applicato uno stringinaso che permette al paziente di ottenere il massimo sforzo, dopodiché viene richiesto di soffiare diverse volte attraverso un boccaglio monouso, collegato con un tubo allo spirometro connesso ad un computer che riprodurrà e stamperà le curve flusso-volume.

L’esame è assolutamente indolore, inoltre, vista la scarsissima invasività della procedura, l'esame presenta una quantità estremamente ridotta di controindicazioni e in ogni caso esse vengono valutate dal medico.

La spirometria, come detto in precedenza può un’esame con finalità di prevenzione o di diagnostica e monitoraggio per eventuali patologie polmonari o disturbi respiratori.

Per maggiori informazioni o per prenotare una Spirometria, contattaci, saremo lieti di fornirti maggiori informazioni al fine di garantirti il servizio migliore possibile.

[ a cura di Simone Pironti ]  

Nomina del Medico Competente: La sua figura, mansioni e quando è obbligatorio nominarlo.

Come imposto dal testo unico sulla salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, D.Lgs 81/08, è un medico specializzato in medicina del lavoro, che collabora con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) alla valutazione dei rischi e all’attuazione delle misure per la tutela della salute e dell’integrità psichica e fisica di tutti i lavoratori presenti in azienda.

Il Medico Competente si occupa della definizione del piano sanitario aziendale per verificare l’idoneità dei lavoratori a svolgere le mansioni preposte.

Di seguito riportiamo l’elenco dei servizi che i medici di Centro Medico Brianteo forniscono e garantiscono:

La mancata nomina del Medico Competente da parte del datore di lavoro o del preposto, dove le condizioni la rendono obbligatoria, è punita con sanzioni amministrative e penali come l’arresto con condanna dai 3 ai 6 mesi di reclusione oppure un’ammenda che può arrivare fino a 10.000 €.

Il medico programma ed effettua inoltre, la sorveglianza sanitaria, ovvero l’insieme degli atti medici , finalizzati alla tutela dello stato di salute e di sicurezza dei lavoratori, rispetto all’ambiente, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, come definito nell’Art. 2, M del D.Lgs. 81/08.

Centro Medico Brianteo, si occupa di mettere a disposizione Medici Competenti al servizio delle aziende, così da permettere il corretto adempimento della legge, salvaguardano i propri lavoratori.

Fissando una consulenza potrai avere una panoramica più amplia da parte dei nostri specialisti, così da valutare la soluzione migliore per la tua impresa.

[ a cura di Simone Pironti ] 

Centro Medico Brianteo partecipa all’opera di controllo e contenimento della pandemia di Coronavirus offrendo la possibilità di effettuare i Test Covid-19 con tempi di refertazione brevi e a tariffe agevolate. E' possibile richiedere il referto anche in lingua inglese.

Il test molecolare è il test di riferimento per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, riconosce anche le varianti del virus oggi note e permette un risultato affidabile e sicuro.

Centro Medico Brianteo offre la possibilità di effettuare i Test Covid-19 con rilascio di CERTIFICAZIONE VERDE - EU digital COVID certificate (Digital green certificate) per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell'Unione europea durante la pandemia di COVID-19.

Ecco i nostri servizi:

Centro Medico Brianteo propone il servizio di TAMPONI COVID-19 per le aziende e per i privati:

Il servizio è disponibile a tutti, siamo attivi 7 giorni su 7 dalle ore 5.00 alle ore 21.30 direttamente presso la nostra sede di Via libertà 1, 20853 Biassono (MB);

Vi chiediamo di preferire sempre la prenotazione per avere la priorità ed evitare assembramenti;

I tamponi e i test sierologici vengono eseguiti con o senza prenotazione clicca qui e prenota subito il tuo tampone online.

 

A partire dallo scorso 6 dicembre il Green Pass è cambiato, suddividendosi in due diverse tipologie: uno, di base, rilasciato alle persone che si sottopongono a tampone e valido 48 o 72 ore a seconda che quest’ultimo sia antigenico o molecolare; e l’altro, rafforzato (il cosiddetto Super Green Pass), che viene invece rilasciato esclusivamente a chi si è già vaccinato oppure a chi è guarito dopo aver contratto il COVID-19, e ha quindi sviluppato naturalmente gli anticorpi al virus.

È anche importante sottolineare che chi già prima del 6 dicembre possedeva un Green Pass valido per guarigione o vaccinazione potrà trovare la nuova versione della certificazione verde sulle app IO e Immuni, sul sito Digital COVID Certificate oppure sul Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale.

Dall’ingresso al bar a quello in hotel: dove serve la Certificazione Verde semplice e dove invece è richiesto il Super Green Pass

Il Green Pass di base dovrà essere presentato in caso di controllo per poter utilizzare mezzi pubblici come autobus, tram e metropolitane, oltre che per prendere il treno (incluso quello regionale), l’aereo, la nave, la funivia, la cabinovia e per accedere agli impianti sciistici. Al momento attuale, i soli a essere dispensati dal presentare il Green Pass sono i bambini di età inferiore ai dodici anni e le persone già esenti dalla campagna vaccinale.

Per viaggiare localmente è obbligatorio il Green Pass? La risposta è no: non è necessario né il Green Pass di base né quello rafforzato per gli spostamenti locali, neppure durante le festività. Sarà invece necessario disporre di Green Pass rafforzato per accedere a cinema e ristorante – anche laddove questi si trovassero in zona bianca – nel periodo dal 6 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022.

Nuovamente, sono presenti delle eccezioni: gli impianti di risalita delle piste da sci in zona gialla richiedono soltanto il semplice Green Pass, mentre la certificazione verde rafforzata è essenziale per l’ingresso a quelli in zona arancione.

Il Super Green Pass sarà invece necessario per poter entrare in bar al chiuso, negli impianti sportivi e in discoteca, e per partecipare a spettacoli e cerimonie pubbliche. Al contrario, per potersi recare al lavoro basterà il Green Pass di base. Quest’ultimo sarà sufficiente anche per l’ingresso in hotel e per la consumazione e i pasti in albergo, così come per l’accesso alle piscine, a eventuali centri benessere e alle sale ristoranti localizzati all’interno delle strutture di hospitality.

Chi ha contratto il COVID-19 ed è guarito da meno di sei mesi, così come coloro che si sono sottoposti a vaccinazione negli scorsi dodici mesi, non è soggetto ad alcuna limitazione e può quindi partecipare liberamente a eventi sportivi, spettacoli, fiere, cerimonie in zona gialla, seppure indossando la mascherina anche all’aperto. Le mascherine dovranno naturalmente essere sempre utilizzate anche al chiuso.

In considerazione dell’aumento dell’affluenza al centro città, sono inoltre numerosi i comuni che stanno riproponendo l’obbligo di indossarle anche all’aperto in presenza di aree molto frequentate o di assembramenti.

Nel caso di passaggio alla zona arancione non scatteranno né lockdown né limitazioni agli spostamenti. Tuttavia, l’accesso alle attività commerciali sarà in questo caso esclusivamente autorizzato ai possessori di Super Green pass.

Le limitazioni agli spostamenti saranno invece relative esclusivamente ai comuni o alle regioni in zona rossa.

Ricordiamo che, presso Centro Medico Brianteo, è possibile prenotare sia tamponi rapidi che molecolari. Il servizio è attivo da lunedì a domenica, dalle ore 5.00 alle ore 21.30, e comporta il rilascio di Certificazione Verde a prezzi calmierati come da Protocollo d’Intesa promosso dal Governo.

È inoltre disponibile una ricca sezione FAQ sull’argomento, consultabile a questo indirizzo. Restiamo sempre a completa disposizione per ogni tipo di delucidazione o chiarimento.

Così come la scorsa primavera, ovvero all’inizio della pandemia di Coronavirus che ha modificato i paradigmi socioeconomici del mondo intero, anche alla fine del 2020 ci troviamo a rispettare i nuovi criteri di igiene e sanificazione che interessano ormai ogni comparto e ogni ambito della nostra quotidianità personale e professionale. In questi termini, mantenere un alto grado di sicurezza è essenziale a ridurre in modo sensibile i rischi di contaminazione e contagio.

Il rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza anti-COVID per il contenimento del virus è richiesto ovviamente a tutti, ma risulta particolarmente importante per gli operatori del settore alimentare – un comparto che, specialmente in Italia, gioca un ruolo economico cruciale.

In termini pratici, questo significa che le imprese alimentari di ogni dimensione – dai piccoli laboratori fino alle grandi industrie – che si occupano di manipolazione e trasformazione dei cibi dovranno poter usufruire di attrezzature e protocolli specifici che garantiscano sia la sicurezza del prodotto che quella degli operatori. L’igiene alimentare dovrà essere curata con scrupolo sia nei flussi di materiali e processi che nel personale, seguendo i principi HACCP e quelli legati al Codex Alimentarius. Nello specifico, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali identifica quest’ultimo come un insieme di normative e regole di buona pratica che rappresentano uno standard internazionale in ambito Food, e che sono orientate al miglioramento di sicurezza, qualità e correttezza del commercio mondiale di alimenti, oltre che di tutela del consumatore finale. Essenzialmente, si tratta di un insieme di regole deputate a garantire il corretto grado di igiene alimentare.

Le misure anti-COVID nell’industria alimentare

Nelle aziende alimentari dovranno essere applicate le norme previste dal Regolamento CE n.852/04 in materia di igiene alimentare, che prevedono che gli operatori di settore abbiano a disposizione strumenti e attrezzature cruciali per il mantenimento di un’elevata igiene personale: dagli indumenti specifici alle corrette modalità di lavaggio degli stessi, dai dispositivi quali copricapi e copriscarpe fino a guanti ed eventualmente mascherine, fino alla presenza – nella sede di lavoro – di locali adibiti a spogliatoi e servizi in cui lavare e disinfettare le mani.

Per arginare il rischio di contaminazione da COVID-19 nella produzione e trasformazione alimentare, le normali procedure HACCP dovranno essere rispettate appieno e implementate da una serie di misure anti-COVID che riprendono i suggerimenti presenti nei vari DPCM emanati dal Governo a partire dalla scorsa primavera.

Tra queste vale la pena menzionare:

Quali sono le misure anti-COVID da rispettare nel canale Ho.Re.Ca.?

Per quanto riguarda invece il canale Ho.Re.Ca., quali sono invece le misure di protezione anti-COVID da rispettare?

Ti ricordiamo che il termine Ho.Re.Ca. è un acronimo commerciale che si riferisce all’industria alberghiera nella sua interezza (Hotellerie-Restaurant-Catering), e dunque a un macrosettore che include al proprio interno attività molto varie come le strutture di Hospitality (hotel, alberghi, Bed&Breakfast, residence, ecc.), la ristorazione (bar, pizzerie, ristoranti, bistrot, pasticcerie, gelaterie, mense aziendali, ecc.) e il catering (inteso come servizio erogato dalle aziende di approvvigionamento e distribuzione di alimenti, bevande, preparati e monouso, ecc.).

Si tratta di un settore che, in Italia, interessa oltre 400.000 imprese e che sviluppa annualmente un volume d’affari superiore ai 50 miliari di euro – e che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese.

Proprio in virtù della delicatezza dell’argomento COVID-19, i cosiddetti OSA (Operatori del Settore Alimentare) dovranno rispettare accuratissime pratiche igienico-sanitarie per mantenere alti gli standard qualitativi tipici delle loro attività. A partire dalle buone norme di responsabilità sociale fino ai protocolli di prevenzione, per arrivare infine alla sanificazione regolare degli ambienti e delle attrezzature, il settore Ho.Re.Ca. – uno tra i più colpiti dai contraccolpi economici generati dal Coronavirus – dovrà necessariamente mettere in campo le dovute precauzioni per ridurre il rischio di contaminazione e contagio.

Oltre alle norme di buona pratica relative agli operatori che abbiamo precedentemente illustrato, tutti gli esercizi Ho.Re.Ca. dovrebbero applicare sempre le seguenti misure anti-Coronavirus precauzionali:

Nel futuro, si parlerà di un’epoca pre-Coronavirus e di una post-COVID. Tale scissione sarà il risultato non soltanto dell’applicazione di rigorosi protocolli di sicurezza che, in un certo senso, si trasformeranno nel gold standard per l’Ho.Re.Ca. così come per altre industrie, ma soprattutto del profondo cambiamento del mercato nel suo senso più ampio, attraverso l’assimilazione profonda di nuove norme di comportamento.

 

La recente pandemia di Coronavirus richiede una aggiornamento del DVR aziendale?

Per rispondere correttamente a questa domanda è innanzitutto fondamentale ricordare che il DVR, ossia il Documento di Valutazione Rischi, è il documento che le aziende sono tenute a redigere a seguito della valutazione di tutti i potenziali pericoli presenti all’interno della loro impresa. È importante inoltre tenere presente che il DVR non è facoltativo, ma obbligatorio e inderogabile per tutti i datori di lavoro, così come stabilito dal Dlgs 81/2008 (il Testo Unico per la Sicurezza) in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e del medico competente in tutti i casi previsti dall’articolo 41.

Fatte queste dovute premesse, è più corretto affermare che il DVR aziendale dovrà essere necessariamente integrato perché ogni luogo di lavoro si trova ora nella condizione di adottare una serie di procedure e azioni finalizzate a prevenire, contrastare e contenere il rischio di diffusione del COVID-19 (Protocollo condiviso del 24/04/2020). È infatti ormai noto che l’emergenza Coronavirus abbia avuto conseguenze impattanti e trasversali in ogni ambito della vita sociale, inclusa quella professionale relativa sia alle strutture pubbliche che a quelle private, e va da sé che anche gli ambienti lavorativi dovranno dunque rispettare specifici sistemi di tutela della salute e della sicurezza dei loro operatori.

Tali nuove procedure andranno integrate all’interno del DVR aziendale, che subirà quindi una inevitabile modifica.

Cosa cambia e cosa deve contenere il documento di valutazione dei rischi

Nella fase della riapertura delle attività produttive, il Medico competente gioca un ruolo chiave – così come evidenziato dallo stesso Ministero della Salute nella circolare emessa il 29 aprile scorso e che indica esplicitamente le attività relative a questa figura professionale. Già in condizioni normali, il Medico competente è centrale nella tutela della salute e sicurezza sul lavoro e, a seguito dell’emergenza COVID-19, esso si trasforma in un vero e proprio consulente per il datore di lavoro, supportandolo nell’aggiornamento del DVR aziendale.

Il Documento di Valutazione dei Rischi dovrà essere integrato da tutte le aziende con un opportuno piano di sicurezza COVID-19, mentre un aggiornamento del DVR aziendale avverrà solamente qualora sia già stata effettuata una valutazione specifica del rischio biologico. Un esempio calzante in questo senso è rappresentato da tutte le strutture operative in ambito sanitario e ospedaliero.

Per quanto riguarda invece la redazione del piano di sicurezza Coronavirus, esso dovrà contenere il dettaglio delle misure da adottare per la prevenzione, il contrasto e il contenimento del rischio di diffusione del COVID-19, in conformità al DPCM del 26/04/2020 e ai protocolli condivisi del 24/04/2020 ad esso allegati.

Gli aspetti principali da inserire nel piano sono numerosi, e i principali riguardano:

Quelli illustrati sono soltanto alcuni degli ambiti da considerare nella redazione del piano di sicurezza COVID-19 che andrà a integrare il DVR aziendale. Entra in contatto con i nostri specialisti per ricevere una consulenza dedicata e l’opportuno supporto.

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Scopri di più

Ogni azienda deve per legge sottoporsi a una valutazione dei rischi seguendo i principi legati alla medicina del lavoro. Ma quali sono i fattori da considerare? E chi si occupa di redigere tale valutazione assicurando massima competenza?

La valutazione dei rischi rappresenta la base per andare a gestire in maniera corretta e soprattutto tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Non si tratta di una materia facoltativa per le aziende, bensì la stessa risulta chiaramente disciplinata da una serie di leggi a cui ogni datore di lavoro deve attenersi.

In termini pratici tale valutazione consiste nell’analisi di tutti quelli che rappresentano rischi in un determinato ambito lavorativo, che potrebbero mettere a repentaglio, anche in maniera seria, la salute e la sicurezza di chi opera all’interno di un’azienda, un ufficio o una qualsiasi altra attività commerciale.

Questo esame sistematico va a toccare molteplici aspetti, quali:

Tali valutazioni dovranno poi essere registrate e definite per iscritto all’interno del documento di valutazione dei rischi redatto con l’aiuto di specialisti in medicina del lavoro, sicurezza e prevenzione.

Quali sono le fasi per la stesura del documento di valutazione dei rischi

La redazione del documento di valutazione dei rischi deve seguire una serie di step perché non venga tralasciato e lasciato nulla al caso. Ma come si valutano i rischi in azienda? Qui di seguito pertanto elencheremo le fasi che verranno prese in esame dagli specialisti di medicina del lavoro, sicurezza e prevenzione aziendale.

FASE 1 – Individuazione e registrazione dei pericoli prendendo in esame ogni fattore e aspetto dell’attività, dai macchinari e strumenti utilizzati alle materie prime, dai mezzi di spostamento all’ambiente stesso. È considerato pericolo tutto ciò che può arrecare danno a beni e persone, lesioni, problemi di salute gravi e non.

FASE 2 – Valutazione dei pericoli e determinazione del relativo livello di rischio analizzando quale potrebbe essere la probabilità che una tale condizione si verifichi, la gravità degli effetti provocati e il numero di persone potenzialmente coinvolte.

FASE 3 – Individuazione delle possibili misure preventive e di protezione da adottare per ridurre quanto più possibile il rischio. Pertanto ove possibile eliminare la fonte di pericolo, oppure ridurne l’incidenza adottando misure preventive per l’operatore e per l’oggetto stesso del problema.

FASE 4 – Messa in atto delle misure notificate nel corso della “FASE 3”, ovvero attuare le misure individuate e verificare che chiunque operi nell’ambiente oggetto della valutazione del rischio, le tenga in considerazione.

FASE 5 – Monitoraggio e revisione per andare a migliorare le procedure elaborate in precedenza, valutando la reale eliminazione o riduzione della fonte di pericolo ed eventualmente considerare il rischio residuo, ovvero quello rimanente dopo l’adozione di tali misure.

Con il termine Medicina del Lavoro vengono identificate tutte quelle prestazioni eseguite al fine di tutelare la salute dei lavoratori in relazione al rischio legato al luogo in cui gli stessi operano e svolte dal un medico competente.

Lo scopo principale di questa branca della medicina è quella di prevenire ogni rischio strettamente connesso alla mansione rivestita dai singoli individui. Che si tratti di operai all’interno di una fabbrica, personale socio sanitario, impiegati o addetti alla vendita in un centro commerciale, tutti hanno il diritto di sottoporsi a periodici controlli effettuati dal medico competente, e gli stessi rappresentano un vero e proprio obbligo imposto ai datori di lavoro.

Questa forma di controllo può essere definita quale prevenzione secondaria con lo scopo di verificare se lo stato di salute del lavoratore risulta ottimale, oppure ha subito variazioni in seguito alla gestione di una determinata mansione. La prevenzione primaria infatti può essere considerata tutta quella serie di azioni volte a garantire la sicurezza sul posto di lavoro, dalla presenza di dispositivi di sicurezza sui macchinari, alla fornitura degli idonei DPI, ovvero dispositivi di protezione individuale.

Quali sono le competenze del medico del lavoro?

Questa figura professionale è specializzata nell’individuare sintomi riconducibili all’esposizione del lavoratore a:

Il medico del lavoro inoltre ha l’obbligo di partecipare all’elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi di ogni realtà.

Questa figura è univoca all’interno di ogni realtà lavorativa, rappresentando per la stessa un punto di riferimento per l’esecuzione periodica e a scadenze prestabilite delle visite di controllo ed eventuali analisi ove ritenuto necessario. Visiotest, esami del sangue e delle urine, elettrocardiogramma, audiometria e spirometria, test tossicologici sono i principali screening eseguiti da questa figura, ove ritenuto opportuno, al fine di monitorare lo stato generale di salute dei lavoratori in funzione delle mansioni eseguite.

In conclusione si può definire la Medicina del Lavoro come una forma preventiva, nonché una tutela per i lavoratori e per il loro benessere psico-fisico direttamente correlata alla mansione svolta.

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